RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Non scatta neanche la sospensione

Milano, 15 aprile 2010

«Ha lavorato solo per obiettivi istituzionali»
Non scatta neanche la sospensione
l'arma fa quadrato intorno a lui

Francesco Bonazzi

I VERTICI dell'Arma lo difenderanno a oltranza, perchè«Giampaolo può aver preso anche qualche scorciatoia, ma ha sempre lavorato per raggiungere scopi istituzionali». Intorno all'ora di pranzo, quando da Milano avvisano il comando generale che un magistrato ha chiesto 27 anni di galera per il generale Ganzer, il suo ex compagno di corso alla Nunziatella, Leonardo Gallitelli, resta impietrito. Ai giornalisti non dirà una parola, ma chi ieri pomeriggio ha parlato con il comandante dei carabinieri ne ha raccolto tutta l'amarezza e la convinzione granitica che il numero uno dei Ros «non meriti nulla di tutto ciò».
Non a caso, negli ultimi nove anni, nessuno ha pensato di sospendere dal servizio Ganzer per questa storiaccia di presunte operazioni antidroga farlocche. Neppure dopo la richiesta di rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, al falso e al peculato che, regolamenti alla mano, avrebbe potuto legittimare un procedimento disciplinare. Certo, in questi anni, molti dei suoi compagni di corso sono diventati generali di corpo d'armata, Gallitelli compreso. L'ufficiale padovano, classe 1949, invece è rimasto fermo al grado di generale di brigata, nonostante sia sempre stato il primo del corso. «Hanno detto che abbia imboccato scorciatoie per far carriera più rapidamente, ma non ne aveva proprio bisogno», racconta un suo ex compagno di accademia. E nello stato maggiore dell'Arma circola una provocazione: per il coimputato-magistrato quanto avrebbero chiesto ieri i pm? Domanda alla quale non si può rispondere, perchè pochi mesi fa quella toga accusata di aver utilizzato per tutti gli anni Ottanta il disinvolto "metodo Ros"è morta. Un interrogativo del genere, però, rende benissimo la tensione che c'è tra i vertici dell'Arma e la procura di Milano.
A caldo, Ganzer ha ripetuto a tutti di poter lavorare con la consueta serenità, perchè«ho la coscienza a posto». E il suo avvocato, il veronese Tiburzo De Zuani, si è limitato a far notare che 27 anni «non li chiedono manco per i narcotrafficanti».
Certo, se avesse voluto, Ganzer avrebbe potuto farsi difendere comodamente da un amico come Nicolò Ghedini, legale del premier e deputato del Pdl. O dal di lui "maestro" Piero Longo, anch'egli senatore. Ma agli amici che gli chiedevano perchè non avesse scelto questi di buttare nell'arena questi due "mastini", il generale ha sempre spiegato di non voler irritare la Procura milanese. Con il senno di poi, però, più di 27 anni di galera non avrebbero potuto chiedere. E se poi arrivasse una condanna in primo grado, questa volta il Ros sarebbe decapitato sul serio.